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 A me gli occhi.

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MessaggioTitolo: A me gli occhi.   A me gli occhi. Icon_minitimeLun Set 17, 2007 11:26 pm

Questo articolo è un estratto della rivista Alter Ego numero 02 di maggio 2007 una rivista interessante per approfondire determinati argomenti di psicologia. Potete trovare la rivista in edicola ogni mese a 4 euro e 50 centesimi.
grazie per tutti coloro che collaborano alla realizzazione di queste riviste utili e interessanti.


La trance, ottenuta con l'ipnosi, permet­te l'accesso a luo­ghi della nostra psi­che generalmente trascurati.

Secondo l'elettroencefalogram­ma esistono quattro ritmi prin­cipali, ai quali sono correlati altret­tanti stati di coscienza più o me­no riconoscibili. Questi ritmi so­no definiti beta, alfa, theta e delta. Il ritmo beta è quello a più alta frequenza ed è caratteristico del­lo stato di veglia. La frequenza aumenta quando vi è un'attività mentale intensa in cor­so (per esempio, sforzo di atten­zione, calcolo mentale, stato emo­zionale intenso, ecc.) e si abbassa quando si tende al rilassamento. Il ritmo beta è presente anche du­rante il sonno mentre si sogna. Il ritmo alfa, a frequenza inferio­re, è quello caratteristico dell'indi­viduo in stato di rilassamento e com­porta un certo grado di distacco dalla realtà abituale con l'attenzio­ne rivolta all'interno di sé, ai propri pensieri, alle proprie sensazioni. Poiché una simile pratica è quan­to viene esperito durante la medi­tazione, il ritmo alfa è stato con­siderato una specie di via verso l'autocontrollo interiore. Soggetti addestrati alla pratica del­la meditazione possono continua­re a produrre onde alfa malgrado la presenza di stimoli esterni mol­to forti.
Purtroppo, l'allenamento non ha effetti terapeutici rilevanti, ovve­ro riesce a rilassare la mente ma non raggiunge il corpo. Il ritmo theta, che ha frequenze ancora inferiori, è abbondante­mente presente in normali condi­zioni fisiologiche durante la fase dell'addormentamento. Il theta ha delle caratteristiche par­ticolari: può essere prodotto per brevissimi periodi allo stato di ve­glia e sembra associato al soprag­giungere di ricordi molto lontani nel tempo e/o a uno stato di so­spensione sognante. Queste sono anche le caratteristi­che dello stato che tutti viviamo prima di addormentarci: è uno sta­to in cui la mente è concentrata
sulla giornata trascorsa e/o sulle fantasie o i progetti futuri. In que­sta situazione sono presenti an­che altre fenomenologie che non appaiono in chi si addormenta ra­pidamente, ma che possono esse­re captate se la fase dura più a lun­go. La coscienza è come sdoppia­ta: la parte vigile, sebbene in uno stato di attenzione calante, assiste da spettatore al sopraggiungere di soggetti estranei, non volutamen­te pensati, che sembrano sogni. In questo caso la mente è soggetta a uno strano fenomeno: la coscien­za della veglia osserva quella del sogno, perché in questi momenti le due coscienze coesistono. Coloro che raggiungono uno sta­to meditativo profondo arrivano allo stato theta.
Il ritmo theta sembra essere il più interessante per noi poiché corri­sponde a uno stato di coscienza caratteristico, facilmente ricono­scibile e decisamente diverso dal­lo stato di coscienza ordinario. Il ritmo delta si trova in norma­li condizioni fisiologiche negli sta­di più profondi del sonno senza sogni mentre, patologicamente, è presente in modo caratteristico nel coma.

IPNOSI E TRANCE Cos'è una trance? Ci si trova in una trance ogni qualvol­ta l'io passa da uno stato ordinario di coscienza a uno diverso rispetto a quel­lo considerato ordinario per quel sin­golo individuo in quel determinato tempo Essa appare quindi come un particolare stato psicofisico che può essere instaurato con quelle tecniche che possiamo definire come ipnotiche.
Cosa succede durante l'ipnosi? Nella prima fase, definita fase indut­tiva, si verifica un primo cambiamen­to dello stato di coscienza: un passag­gio dalle onde beta (predominanti du­rante la veglia e gli stati di vigilanza e allerta) alle onde alfa, più lente. Sul-l'elettroencefalogramma si può riscon­trare un'accentuata presenza delle on­de alfa tipiche degli stati di rilassamen-
to e di distacco dalla realtà esterna. Ciò comporta un rallentamento an­che di altre attività (respiro, pulsazio­ni cardiache). Successivamente, con l'approfondimento dell'attenzione al­l'interno, si manifesta un predominio tifile onde theta, più lente, che carat­terizzano la trance vera e propria, e che viene mantenuto per tutta la se­duta e utilizzato a fini terapeutici.
L'ipnosi ericksoniana
E utile chiarire la distinzione tra ipnosi tradizionale e ipnosi ericksoniana. Parlando di terapia, l'ipnosi tradizionale è caratteriz­zata da uno stile impositivo, direttivo. Il paziente subisce in modo del tutto passivo le direttive dell'ipnotista, vengono ricerca­te le risposte motorie eclatanti (un esempio classico, il famoso sollevamento del braccio), che confermerebbero, secondo que­sta scuola di pensiero, il buon andamento della terapia. Le tecniche dell'ipnosi ericksoniana possono essere utilizzate nella pra­tica clinica abbinate a diversi orientamenti teorici.

Principali campi di applicazione dell'ipnosi ericksoniana in ambito clinico:
-abitudini dannose [fumo, alcol, ecc.]
-ansia e depressione
-disturbi sessuali
-esperienze traumatiche e depotenzianti
-fobie e ossessioni
-insonnia
-gestione del dolore

In realtà, gli stati ipnotici sono utili non solo nella terapia, ma anche nell'utilizzo e nell'incremento delle proprie capacità e possibilità interne. Un esempio per tutti, l'aumento delle prestazioni fisiche e mentali in ambito sportivo o nello studio. Ciò può essere ottenuto sia tramite ipnosi indotta da un operatore esterno sia, in molti casi, attraverso l'autoipnosi. L'apprendimento dell'autoipnosi ericksoniana è estremamente utile in primo luogo per gestire al meglio le proprie risorse emotive. Non stupisce il proliferare nelle nostre città di scuole che insegnano pratiche fisiche o mentali che vengono dal­l'Oriente.
In quella cultura, infatti, è normale che i bambini siano educati ad allenare le proprie emozioni, incrementandone le poten­zialità. In Occidente, al contrario, non sono molte le persone che sono state educate a pensare alle risorse emotive come a un bagaglio personale che è possibile sviluppare.

I principali campi di applicazione dell'autoipnosi ericksoniana:
-aumento dell'attenzione e della concentrazione
-aumento delle prestazioni fisiche [per esempio, in ambito sportivo]
-gestione del dolore e anestesia
-incremento del contatto con se stessi e con le proprie risorse inconsce
-recupero energetico
-rilassamento e gestione dello stress

L'autoipnosi può essere utilizzata in modo efficace per rilassarsi, recuperare energia, dormire meglio e rendere disponibili a se stessi le proprie risorse. Pare che i grandi artisti e gli scienziati di oggi e di ieri si trovassero in questo particolare stato di coscienza la maggior parte delle volte che si sono messi al lavoro.
Giancarlo Di Bartolomeo Nicoletta Gava
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